Configurare VirtualHost su Apache, database MySQL e accesso FTP per un utente con BASH

L’esercizio in bash che propongo stavolta consiste nell’automatizzare la configurazione di un hosting sul nostro server Apache, ovvero la configurazione del VirtualHost, di un nuovo utente e database MySQL e di un accesso FTP.

L’obiettivo è quello di arrivare ad avere uno script utilizzabile nel modo seguente:

I parametri che vogliamo passare al nostro script sono:

  • -u: il nome dell’utente che vogliamo creare
  • -d: il nome del dominio che vogliamo registrare come VirtualHost di Apache
  • –dbadmin: il nome utente dell’amministratore del database, quello in grado di creare altri utenti all’interno del MySQL
  • –dbpass: la password del suddetto utente del database MySQL

Questo ci darà occasione per esplorare diverse caratteristiche di bash.

Anzitutto vogliamo acquisire ed elaborare i vari parametri passati al nostro script. Finora abbiamo visto che i parametri possono essere letti usando $# per contare il numero di argomenti, $0 per visualizzare il nome dello script, $1 per prendere il primo parametro, $2 per prendere il secondo e via discorrendo.

Adesso vogliamo prendere un numero indefinito di argomenti e parametrizzarli, vediamo come fare:

Usiamo quindi un ciclo while che continuerà ad andare avanti finché il numero di parametri passati allo script non sarà 0. Quindi acquisiamo il primo parametro $1 e lo passiamo ad una variabile chiamata parametro. Utilizziamo adesso un interruttore (case…esac) per cui in base al valore di parametro si attiveranno diverse opzioni.

Ciascuna opzione è scritta nella forma

Qui al posto di valore può essere un singolo valore oppure un gruppo diviso da |, nella maniera di valore1|valore2. Al posto dei puntini ci va del codice a piacere che vogliamo attivare in base alla variabile. Il principio, concettualmente, è identico a quello della realizzazione del programma in bash con menu.

Il comando shift, in bash, rimuove gli argomenti passati ad uno script a partire dall’inizio della lista, cioè dal primo argomento. Questo significa che ad ogni ciclo del while non prenderemo il primo argomento, lo controlleremo e poi lo rimuoveremo dall’elenco. Quando si digita due volte shift, si estraggono due parametri.

Viene da se che se l’argomento $1 è, per esempio, uguale a “-d“, allora l’argomento $2 dovrà contenere il nome del dominio e quindi una volta letti li rimuoveremo entrambi.

Se invece l’argomento $1 fosse uguale a “-h” oppure a “–help“, allora visualizzeremmo, senza ulteriori opzioni, una guida allo script. In questo caso dovremmo rimuovere un solo argomento.

Fatto questo cominciamo ad elaborare i parametri acquisiti. Anzitutto controlliamo se sia stato passato un nome utente del database:

Se non c’è un nome utente del database chiamiamo una funzione che stampi l’errore:

In questo caso vogliamo usare, visto che possiamo, anche dei colori, e quindi colorare di rosso la parola “ERRORE!”. Per farlo facciamo riferimento all’ANSI escape code.

Quindi possiamo usare le seguenti combinazioni:

Questo significa che se nella string “ERRORE! C’è un errore” fosse scritto “\033[0;31mERRORE!\033[0m C’è un errore” la stringa verrebbe colorata tutta di rosso, fino al nuovo colore che è, in questo caso, quello nullo predefinito. Ovvero così:

Per comodità vogliamo parametrizzare alcuni colori inserendo, in cima allo script il seguente codice:

La variabile NC starebbe per No Color, ovviamente i nomi sono a piacere.

Fatto questo controlliamo se sia stata passata anche la password, se non è stato fatto la richiediamo:

Potremmo aggiungere altri controlli (per esempio sul nome del dominio, ecc.) ma per ora tralasciamo ed andiamo a creare la cartella del vhost sotto a /var/www.

Utilizziamo 2>/dev/null per reindirizzare l’output di un eventuale errore e non mostrarlo a schermo, mentre il connettore || vuol dire che, dati due comandi A e B per cui A || B, se A non va a buon fine, allora esegui B.

Fatto questo creiamo subito l’utente FTP dedicato e la relativa password. In questo esempio do per scontato che abbiamo installato ProFTPd e che sia già stato configurato correttamente sul nostro server:

Con il primo comando creiamo una password casuale di 12 caratteri.

Creiamo poi un utente chiamato come da argomento e assegniamo, alla cartella creata in precedenza, come proprietario l’utente appena creato e come gruppo www-data (ricordiamoci che sulla cartella deve poter interagire anche Apache). Fatta questa modifica con il comando usermod -d assegniamo la cartella alla home dell’utente. Questo viene fatto per motivi di sicurezza, per cui l’utente che accede al FTP acceda direttamente alla sua “home“, corrispondente anche allo spazio web.

Dopodiché impostiamo la password appena creata come password del nostro utente, ed infine stampiamola a video.

Faccio notare che perché –shell /bin/false non dia problemi, così come la questione della home, è necessario che nel file di configurazione di ProFTPd (/etc/proftpd/proftpd.conf) siano presenti i seguenti parametri così configurati (tipicamente va tolto il cancelletto):

Fatto questo scriviamo il nostro file del VirtualHost:

In questo caso vogliamo creare un file del tipo nomedominio.conf dentro a /etc/apache2/sites-available/, già che ci siamo sostituiamo il . con un _, in modo tale che nomedominio.com diventi nomedominio_com e il nome del file nomedominio_com.conf. Con l’istruzione EOF possiamo scrivere direttamente dentro il file il testo contenuto in mezzo.

Fatto questo ricarichiamo Apache:

Adesso ci manca solamente il database:

Anche in questo caso abbiamo creato una password che assoceremo ad un utente chiamato come il database medesimo e che ha accesso solamente dal server locale.

Infine, per testare il tutto (questo certo non sarebbe uno standard opportuno per un vero hosting) creiamo un file index.php nel VirtualHost appena configurato e inseriamo dentro i seguenti parametri:

Se tutto è andato bene collegandoci al dominio del hosting appena registrato dovremmo veder scritto Nome_Dominio under construction e nessun avviso di Errore database.

Aggiungo anche un’ultima funzione utile per ripristinare il tutto quando si usa il parametro –fix, cancellando quindi il vhost e le relative cartelle:

Il codice completo, riorganizzando quanto detto prima, è questo:

Il codice è stato scritto e testato su Ubuntu Server 16.04, con sopra installati Apache, MySQL, PHP, OpenSSL e ProFTPd.

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